19.11.2013

Ecco il biotestamento: nel registro di fine vita iscritti 120 milanesi

Ecco il biotestamento: nel registro di fine vita iscritti 120 milanesi

Sono 120 i milanesi che hanno già preso l`appuntamento per depositare i documenti per il Registro delle dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari e di fine vita.

Sono 120 i milanesi che hanno già preso l`appuntamento per depositare i documenti per il Registro delle dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari e di fine vita, istituito dal Comune. L`iscrizione può essere fatta presso lo sportello dedicato all`assessorato alle Politiche sociali di largo Treves 1 (02/88453385, dichiarazionevolonta@comune.milano.it) previo appuntamento. Come ci si iscrive? Basta compilare un modulo in cui si indica dove e presso chi è stata depositata la propria dichiarazione anticipata di volontà sui trattamenti sanitari che si intende o non intende consentire in situazione di perdita di coscienza 
definibile come permanente e irreversibile, prelievi e trapianti di organi e tessuti, cremazione e dispersione delle ceneri. 

Il cittadino, infatti, può indicare direttamente i soggetti fiduciari che ha incaricato per l`esecuzione delle proprie volontà. In questo caso, anche i fiduciari dovranno depositare una propria dichiarazione all`ufficio. Chi può fare da fiduciario? Il proprio medico curante o un`associazione, un comitato, una fondazione, un notaio. Non solo, nell`ufficio si possono anche registrare dichiarazioni già depositate presso uno degli enti che da tempo raccolgono questi dati come l`associazione Luca Coscioni, la chiesa Valdese e l`associazione Umberto Veronesi. Il Comune, in assenza di una legge nazionale, si limita a costruire un elenco dove è chiaramente indicato il luogo dove il «testamento biologico» è stato depositato. «Questo perché ai sensi della Legge non potevamo fare di più – ha precisato l`assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino – però è sufficiente perché in caso di dolorosa necessità di comprendere le volontà della persona, il Comune dice a chi cura il cittadino-paziente e ai familiari dove le volontà sono state registrate».

«Il registro – spiega Marco Cappato, presidente della commissione consigliare Referendum approvati – aumenta la possibilità per coloro che lasciano scritte le proprie volontà che siano prese in considerazione e rispettate. Il fatto che il registro custodisca solo le indicazioni su dove sono custodite le proprie volontà rende lo strumento meno forte ma non per questo privo di efficacia, come insegna il caso Englaro. Non solo, questa formula garantisce una maggior libertà della persona perché non segue una formula predefinita». Tradotto: si può anche parlare di eutanasia, in attesa che la possibilità della «dolce morte» diventi legge. «Questo è un passo avanti – spiega ancora Cappato – ma il nostro obiettivo è la legalizzazione dell`eutanasia e del testamento biologico. Abbiamo già depositato in Parlamento le due proposte di iniziativa popolare». «Siamo in una situazione imbarazzante – polemizza Majorino – nella quale i comuni fanno innovazione e il parlamento è bloccato»

Il Giornale ed. Milano
Marta Bravi

Fine vita, prime firme al registro per il «testamento biologico» 

 

Sede dell’assessorato alle Politiche sociali, largo Treves civico 1, pianoterra. Una coppia di 60enni bussa al nuovo sportello del Comune. «E qui che si fa il testamento biologico?». Il funzionario, cortese, risponde a tutti. «Bisogna prendere appuntamento». Come hanno fatto, settimana scorsa, le prime dieci persone (su 120 finora prenotate) che ieri si sono succedute nel piccolo ufficio comunale per l’iscrizione al «Registro delle dichiarazioni anticipate di volontà sui trattamenti sanitari e di fine vita». Non per depositare quel «testamento biologico» per cui si necessita di una legge nazionale ancora lontana, dunque, ma per il riconoscimento dell’esistenza di una volontà personale scritta, del suo luogo di conservazione e delle persone incaricate a farla rispettare. Tutto riportato in un elenco.

Da ieri, infatti, il cittadino può esprimere le proprie volontà su tre punti: trattamenti sanitari in caso di «perdita di coscienza permanente o irreversibile»; donazione di organi; cremazione e dispersione delle ceneri.«Un servizio fortemente voluto dai cittadini» spiega l’assessore Pierfrancesco Majorino, ricordando il lavoro dei comitati «Io Scelgo» e «Milano Radicalmente Nuova» che hanno raccolto le 12 mila firme sfociate, a luglio, nell’approvazione di una delibera d’iniziativa popolare. Anche chi si è prenotato e si presenta con la documentazione, tuttavia, arriva soprattutto per informarsi. Scegliendo di segnare sul semplice modulo della «dichiarazione sostitutiva» (oltre a quello da far firmare ai fiduciari) la formula generica «no all’accanimento terapeutico», pronto comunque a cambiarla in seguito, in qualsiasi momento. Tra i primi a iscriversi, la ricercatrice-biologa Monica Fabbri («Sono stata la seconda, peccato» si dispiace).Da febbraio 2012 è impegnata per l’istituzione del Registro.

«Volevamo che le dichiarazioni fossero conservate dal Comune, ma non è stato possibile». E così i documenti andranno tenuti a casa, dal medico curante, presso associazioni e fondazioni (come Luca Coscioni, Umberto Veronesi o altre) eccetera. Questo perché la segreteria generale ha frenato, adducendo possibili violazioni della legge sulla privacy. Si sarebbe potuto andare dal Garante ma i comitati hanno scelto di procedere lo stesso, perché si tratta di un primo passo fondamentale per il «riconoscimento formale delle volontà dei cittadini» che si dovessero ritrovare domani incapaci d’intendere e di volere. Spiega il radicale Marco Cappato: «Grazie a questo servizio, anche in assenza di una legge nazionale che le renderebbe vincolanti, le volontà delle persone hanno maggiori chance di essere rispettate».

Corriere della sera Milano
Giacomo Valtolina

 

 

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