13.09.2017

4 anni fa 67.000 cittadini proposero insieme la legalizzazione dell’eutanasia

4 anni fa 67.000 cittadini proposero insieme la legalizzazione dell’eutanasia

La sfida nata da quella proposta è ora sul BioTestamento. La Presidente De Biasi (PD) è l’unica che può liberarlo dall’ostruzionismo.

In queste ore si sta perfezionando la negazione del diritto dei cittadini italiani ad ottenere una risposta, qualunque essa sia, da parte delle istituzioni in materia di fine vita – affermano Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario e tesoriere Associazione Luca Coscioni –. Un anno fa i partiti decisero di separare la questione del testamento biologico dall’eutanasia e di affrontare almeno quella questione. Il testo di legge, che sostanzialmente recepisce ciò che già la giurisprudenza ha stabilito -cioè il diritto a interrompere le terapie senza soffrire anche quando ciò significa andare verso la morte- era stato approvato a larghissima maggioranza alla Camera dei Deputati. Oggi però la legge sul testamento biologico è di fatto affossata. Formalmente il testo è in calendario in Aula al Senato per fine settembre "ove terminato l’esame in commissione". La commissione Igiene e Sanità però non ha in calendario il testo perché attende il parere della commissione bilancio, la quale ha il punto come ottavo punto all’ordine del giorno. In sintesi: siamo alla paralisi”
“L’unica possibilità per arrivare in tempo prima dello scioglimento delle Camere è che la Presidente della Commissione, Emilia Grazia De Biasi (PD), faccia davvero ciò che lei stessa aveva "proposto": invii il testo direttamente in Aula, sottraendolo dall’ostruzionismo dei 3.000 emendamenti in Commissione. Solo così si potrà evitare di vanificare anche questa legislatura per l’affermazione della libertà e responsabilità dei cittadini fino alla fine della vita”

Il tema fine vita in Italia è assolutamente paralizzato Era il 13 settembre del 2013 quando le firme di 67.000 cittadini a sostegno della proposta di legge "Eutanasia legale" dell’Associazione Luca Coscioni -con il sostegno di Radicali italiani, UAAR, Exit Italia, Certi diritti e Amici di Eleonora- furono depositate presso la Camera dei deputati. Da allora, in spregio del dettato costituzionale che prevede che "il popolo esercita l’iniziativa delle leggi", il Parlamento non ha discusso nemmeno 5 minuti di legalizzazione dell’eutanasia. A nulla sono valsi i richiami dell’allora Presidente Napolitano (il Presidente Mattarella non si è invece espresso), l’appello al Parlamento rivolto da decine di persone malate e di personalità del mondo della politica e della cultura. 

ALTRI ARTICOLI

Ultimi articoli