15.12.2014
Non si parla di “eutanasia” ma anche la Francia cerca di fare passi avanti nella libertà di scelta nel fine vita. Perché l’Italia resta indietro?
la Repubblica – Il Parlamento francese si prepara ad affrontare la questione del "fine vita". Lo ha annunciato il presidente francese Francois Hollande, che ha accolto ieri alcune proposte per modificare la legge Leonetti del 2005 contro l’accanimento terapeutico. I due relatori del rapporto, lo stesso Jean Leonetti, dell’Ump e il socialista Alain Clayes, non parlano di eutanasia: ma di diritto alla «sedizione profonda e continua» dei malati terminali, ovvero un «dolce sonno» più che una «dolce morte». Il punto è che l’eutanasia è un tema che il socialista aveva inserito nel suo programma elettorale ma la sensazione è che ora preferisca mediare, anche per non urtare i cattolici dopo le tante polemiche sul matrimonio gay. A riaccendere il dibattito, il caso di Vincent Lambert: tetraplegico e ormai ridotto allo stato vegetativo per il quale la moglie chiede l’eutanasia mentre i genitori vogliono tenerlo in vita. E per dirimere il caso, che ricorda anche il caso Eluana, ci si è rivolti alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Hollande, intervenendo a favore di una legge, ha accuratamente evitato di utilizzare i termini «eutanasia» o «suicidio assistito», invocando una legge che dia alle persone il diritto a non soffrire, sedate in modo continuo nei casi in cui il paziente lo abbia richiesto precedentemente e la morte sia vicina. La questione sarà discussa il prossimo anno in Parlamento.