24.07.2024
Volendo offrire una panoramica globale sulla situazione relativa all’eutanasia e al suicidio assistito nel mondo, è inevitabile precisare, che le due pratiche si distinguono nettamente l’una dall’altra. Abbiamo già spiegato in un altro articolo, infatti, qual è la differenza tra Eutanasia e suicidio assistito.
Sebbene entrambe portino alla fine della vita di una persona, con il primo termine si identifica un’azione attuata da una persona diversa dal paziente stesso, con il secondo, invece, si descrive un atto predisposto da altri, ma portato a compimento dal richiedente, che, di solito, è una persona gravemente malata o in fin di vita.
Nel corso dei decenni, sono stati molti, i paesi nel mondo che hanno deciso di legalizzare o depenalizzare l’una o l’altra pratica, ma la strada verso la liberalizzazione del fine vita è ancora lunga. In quasi tutti gli stati dell’Asia e dell’Africa, ad esempio, eutanasia e suicidio assistito sono vietati, anche se, recentemente, si è acceso il dibattito in alcuni di essi.
Differente la situazione in altre parti del mondo, in particolare nel continente americano, in Europa e Oceania dove qualche passo avanti si è fatto.
Nel continente americano, sono state emanate leggi sul fine vita in diversi paesi tra cui:
La Svizzera è stato il primo paese al mondo ad interpretare l’art. 115 del codice penale svizzero (entrato in vigore nel 1942) legittimando, entro alcune condizioni, il suicidio assistito. Tuttavia, questa interpretazione non si esprime esplicitamente riguardo all’eutanasia. Oltre alla Svizzera, tra i paesi d’oltralpe, anche l’Austria, con la Sterbeverfügungsgesetz ha legalizzato la morte medicalmente assistita, ma questa possibilità è concessa solo a coloro che sono permanentemente residenti entro i confini dello stato.
Passi avanti sono stati fatti anche nei 3 paesi del Benelux, ovvero:
In tutti e tre, infatti, il suicidio medicalmente assistito è stato legalizzato, in più, il Belgio, dal 2014 è diventato il primo paese al mondo in cui tali pratiche sono ammesse anche per i minori a condizione che anche il minore esprima una forma di consenso, valutando la sua capacità di discernimento.
Più recenti, invece, le leggi che approvano queste pratiche in Spagna (Ley Orgánica 3/2021) e Portogallo (Ley n. 22/2023).
In Italia, sebbene l’eutanasia sia considerata illegale, con la sentenza 242 del 2019 della Corte Costituzionale, è stato sancito che non si integra il reato di aiuto al suicidio, se l’aiuto viene fornito a una persona malata che possegga i requisiti previsti dalla sentenza stessa e quando la valutazione delle condizioni di salute viene fatta all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Grazie a questa decisione, sono già stati diversi, i casi di persone che, seguiti dall’Associazione Luca Coscioni, sono riuscite a congedarsi da una vita di sofferenze.
In Oceania, lo stato australiano del Victoria è stato il pioniere nella legalizzazione della morte assistita con l’adozione della Voluntary Assisted Dying Act nel 2017, entrata in vigore nel 2019 e modificata nel 2021. Successivamente, altri stati hanno seguito il suo esempio e quello di altri nel mondo: West Australia, Tasmania, Queensland, South Australia e New South Wales.
In Nuova Zelanda, in seguito ad un referendum, è entrata in vigore una legge nel novembre 2021 che consente ai malati di richiedere la dolce morte: si tratta del noto End of Life Choice Act.