02.07.2025

Firma la proposta di legge popolare per l’Eutanasia Legale!

Firma la proposta di legge popolare per l’Eutanasia Legale!

Una battaglia di libertà che non può più aspettare

Nel 2013, grazie a una proposta di legge popolare sostenuta dall’Associazione Luca Coscioni, l’Italia ha approvato la legge sul testamento biologico. Da allora, però, nonostante quattro richiami della Corte costituzionale, un referendum con oltre un milione di firme e atti di disobbedienza civile, il Parlamento continua a rimandare il dibattito sull’aiuto alla morte volontaria.

Oggi, con una nuova proposta di legge di iniziativa popolare, chiediamo a ogni cittadina e cittadino di unirsi per affermare un principio semplice ma fondamentale: il diritto di scegliere, fino alla fine.

Firma ora con SPID o CIE

La proposta può essere firmata online, in pochi minuti, con SPID o Carta d’Identità Elettronica. Servono almeno 50.000 firme per depositarla in Parlamento, e l’obiettivo è raggiungerle in sole due settimane.

A pochi giorni dal lancio, avvenuto il 26 giugno, oltre 25.000 persone hanno già firmato. Oltre 100 tavoli sono attivi in tutta Italia per la raccolta cartacea. Il momento è adesso.

Firma qui la proposta di legge

Cosa prevede la proposta

La legge riconosce la possibilità, per chi ne ha i requisiti, di scegliere come e quando porre fine alla propria vita, con il supporto del Servizio Sanitario Nazionale e con piena tutela della dignità personale.

Possono accedere alla richiesta:

  • persone maggiorenni, capaci di intendere e volere;

  • affette da malattie irreversibili o con prognosi infausta a breve termine;

  • che vivano sofferenze fisiche o psicologiche ritenute intollerabili.

La richiesta sarà soggetta a verifica entro 30 giorni. Il trattamento potrà avvenire tramite autosomministrazione o somministrazione da parte di un medico, su base volontaria. Si garantisce la libertà di coscienza dei medici e l’uguaglianza nell’accesso su tutto il territorio nazionale.

Perché è urgente firmare

La proposta del Governo in discussione in Parlamento, lontana dai principi affermati dalla Corte costituzionale con la sentenza 242/2019, va nella direzione opposta: non amplia ma restringe, non tutela ma ostacola.

Le criticità del testo governativo:

  • Restringe la platea dei beneficiari: sostituisce il criterio di “dipendenza da trattamenti di sostegno vitale” con “trattamenti sostitutivi di funzioni vitali”, escludendo molte persone già oggi tutelate.

  • Rende impraticabile la procedura: prevede fino a 90 giorni per la risposta e ben 5 mesi di attesa per poter ripresentare la richiesta in caso di diniego.

  • Esclude il SSN e le Regioni: cancella il ruolo del Servizio Sanitario Nazionale, costringendo i cittadini a rivolgersi a strutture private o a espatriare.

  • Introduce vincoli ideologici: tra cui l’inserimento simbolico della “difesa della vita fin dal concepimento”, usato come paravento per indebolire i diritti acquisiti.

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