07.02.2025

Il Referendum Eutanasia Legale

Il Referendum Eutanasia Legale

Referendum Eutanasia Legale: una mobilitazione senza precedenti

Nel 2021, l’Italia ha vissuto una delle più grandi campagne referendarie della sua storia recente: il Referendum Eutanasia Legale. Promosso dall’Associazione Luca Coscioni, con il sostegno di diverse realtà associative e partitiche, il referendum mirava all’abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice Penale rubricato “Omicidio del consenziente”,  che di fatto impedisce l’eutanasia nel nostro Paese. L’obiettivo era chiaro: permettere a chi si trova in condizioni di sofferenza insopportabile, ma pienamente capace di intendere e di volere, di scegliere la morte medicalmente assistita con somministrazione del farmaco letale da parte del personale sanitario, senza il rischio di condanne per chi avesse fornito questo aiuto.

Una raccolta firme straordinaria

L’iniziativa ha visto una partecipazione straordinaria: tra giugno e settembre 2021 sono state raccolte oltre 1,2 milioni di firme, superando di gran lunga la soglia minima richiesta di 500.000 sottoscrizioni. Un risultato raggiunto grazie a una mobilitazione dal basso che ha coinvolto oltre 13.000 volontari e volontarie in tutta Italia, con banchetti nelle piazze, eventi pubblici e una massiccia campagna online. Per la prima volta nella storia italiana, è stato infatti possibile firmare il referendum anche digitalmente, grazie all’autenticazione tramite SPID, rendendo possibile la firma anche alle persone con gravi disabilità. Nello specifico sono state raccolte 800mila firme cartacee e 400mila online.

L’ostacolo della Corte costituzionale

Nonostante l’eccezionale risposta della cittadinanza, il percorso referendario si è interrotto bruscamente nel febbraio 2022, quando la Corte costituzionale, presieduta da Giuliano Amato, ha dichiarato inammissibile il quesito.

Secondo la Corte, l’abrogazione parziale dell’articolo 579 c.p. avrebbe esposto  i soggetti vulnerabili a pressioni o abusi, rendendo la normativa incompatibile con la tutela minima della vita richiesta dalla Costituzione.

Una decisione che ha suscitato profonda delusione tra i promotori e i sostenitori del referendum, soprattutto perché contraria alla nostra Costituzione. La Corte, per dichiarare inammissibile il referendum, ha di fatto anticipato in sede di ammissibilità un giudizio di legittimità costituzionale della normativa che sarebbe risultata con l’approvazione del quesito referendario, anticipazione non prevista dalla procedura costituzionale referendaria. L’art. 75 Cost. indica infatti in modo tassativo le sole materie escluse dalla possibilità di referendum.

Nonostante questa brusca battuta d’arresto, la battaglia per il diritto all’autodeterminazione nelle scelte di fine vita non si ferma.

L’eredità del Referendum

Sebbene il referendum non sia mai arrivato al voto, ha lasciato un segno indelebile nel dibattito pubblico italiano. Al di là dei sondaggi, ha dimostrato che esiste un consenso ampio a favore all’Eutanasia Legale, invitando nuovamente la politica a confrontarsi con una domanda di diritti che non può essere ignorata. Ha inoltre rafforzato il lavoro delle associazioni impegnate sul tema, a partire dall’Associazione Luca Coscioni, contribuendo a nuove iniziative parlamentari e a un cambio di percezione culturale sulla fine della vita.

Oggi, il cammino per una legge sul suicidio assistito e l’eutanasia è ancora aperto, in particolare a livello regionale con la campagna Liberi Subito. Ma una cosa è certa: il Referendum Eutanasia Legale ha segnato un punto di svolta nella lotta per la libertà di scelta.

ALTRI ARTICOLI

Ultimi articoli